L’alta sera ho portato la mia amica Melissa allo Skate Park. Ci siamo divertite come due matte e nonostante lei non ci fosse mai stata, non si è lasciata spaventare neanche per un attimo dalle rampe. Non ha riportato danni consistenti, se non un paio di culate che il giorno dopo si sono tradotte in un gigantesco ematoma sul sedere. Ho sorriso quando me l’ha raccontato, mi è successo mille volte.

“Benvenuta nel club degli ematomi sul sedere, delle ginocchia perennemente sbucciate e dei lividi sparsi per tutto il corpo” le ho detto. Tra pattinatrici ci si capisce.

Dopo aver disinfettato, ghiacciato e massaggiato la parte lesa, solitamente si comincia a fantasticare su chi vedrà per primo i nostri nuovi tatuaggi, e soprattutto la reazione che ne avrà.
Ho notato che in particolare i ragazzi hanno vari modi di approcciarsi ad un ematoma sul sedere: ci sono i rozzi, che ti guardano come fossi un’aliena e non si risparmiano commenti del tipo “Anvedi che robbba, ma che te sei combinata?!? T’hanno menato? Anvedi che brutto” E quando provi a spiegargli come te lo sei fatto, orgogliosa del tuo coraggio nel buttarti in rampa, ecco l’immancabile: “Ma te pare che fai ste cose!?!”. Sono sempre così fini e delicati, che a te verrebbe da procurargli un livido anche più grosso del tuo, ma in pieno viso: in fondo, non può che migliorarli.

Ci sono poi le femminucce, che soffrono più di quanto non abbia sofferto tu nel cadere: ti guardano compassionevoli, quasi in lacrime, e non fanno che domandarti se ti fa male, se hai bisogno di qualcosa, se ti sei fatta controllare da qualcuno e così via… e quando te gli rispondi che ti sei rifiutata di perdere una serata al Pronto Soccorso per un livido, ti guardano con disapprovazione, scuotono la testa e insistono per accompagnatrici: “ma è solo un livido” rispondi seccata, “capita, no?!?” beh, evidentemente a loro non è mai capitato; che abbiano trascorso l’adolescenza sul divano della cucina di mamma ad imparare l’uncinetto?! Non è dato a noi saperlo, né giudicare.

Un’altra categoria sono gli smart. Ne esistono pochi esemplari, purtroppo, ma ad ogni donna che pattina dovrebbe capitarne almeno uno: son quelli che alla vista del tuo sedere ammaccato, portano le mani alla bocca, alzano gli occhi al cielo e con fare teatrale ti domandano: “Perché rovinare tutto quel bendiddio?!” e te inevitabilmente ti sciogli, perché oltre a non esser rimasti traumatizzati dalla tua lividura, o almeno non averlo dato a vedere, hanno colto l’occasione per farti un bel complimento. Beh, niente male: furbetti, ma senza dubbio teneri.

E poi ci sono i pattinatori. Un pattinatore rimane semplicemente estasiato davanti ad una cicatrice che ti sei procurata cadendo con i pattini. Un sedere non è così bello se non è un po’ livido. Un paio di gambe non saranno mai perfette se non con qualche sbucciatura. Quando gli mostrerai i segni che il pattinaggio ha lasciato sul tuo corpo, lui vorrà farti vedere i suoi, accarezzerà le tue cicatrici bianche con la punta delle dita, ne vorrà conoscere la storia e sorriderà solidale perché ne avrà sicuramente una simile alla tua.

Benvenute nel Fight Roller Club a tutte voi, ragazze, il pattinaggio non fa sconti a nessuno. Il mio augurio è quello di incontrare chi ti apprezza con e senza bozzi, e ti guarda incantato dalla tua bellezza e dalla tua forza.

“L’imperfezione è bellezza, la pazzia è genialità, ed è meglio essere assolutamente ridicoli che assolutamente noiosi” Marilyn Monroe

Una ex, ma non troppo, principiante

L’imperfezione è bellezza